Grazie ad un accordo di collaborazione tra A.L.I.Ce. VdA e la Struttura J.B.Festaz, a partire dal 9 settembre 2025, ogni martedì pomeriggio dalle 16.30 alle 17.30, l’auditorium del J.B. Festaz si trasformerà in uno spazio di vita condivisa grazie alla presenza del Coro AliAli e di Tamtando APS. Le prove settimanali, aperte agli ospiti della struttura, ai loro familiari e caregiver, offriranno un’opportunità autentica di partecipazione, ascolto e relazione.
COMUNICATO STAMPA
‘La voce che cura’: dal 9 settembre, ogni martedì la musica entra al J.B. Festaz
Il Coro AliAli anima l’auditorium: un progetto di inclusione, riabilitazione e comunità
A partire dal 9 settembre 2025, ogni martedì pomeriggio dalle 16.30 alle 17.30, l’auditorium del J.B. Festaz si trasformerà in uno spazio di vita condivisa grazie alla presenza del Coro AliAli e di Tamtando APS. Le prove settimanali, aperte agli ospiti della struttura, ai loro familiari e caregiver, offriranno un’opportunità autentica di partecipazione, ascolto e relazione.
Il progetto, intitolato “La voce che cura”, rappresenta molto più di un’attività musicale: è l’incontro tra il Coro AliAli e il J.B. Festaz, due realtà che si uniscono per generare valore umano e sociale. Non si tratta solo di ospitare, ma di accogliere, di condividere fragilità e bellezza, e di restituire centralità alla persona attraverso la musica, la relazione e la cura.
Il coro AliAli
Nato nel 2021 da un’idea di A.L.I.Ce. Valle d’Aosta e dell’Associazione Parkinson, il Coro AliAli è formato da persone colpite da ictus, Parkinson, Alzheimer e altre malattie neurodegenerative, insieme a familiari e caregiver con lo scopo di riabilitare le persone afasiche.
È oggi un progetto stabile e continuativo promosso da A.L.I.Ce. Valle d’Aosta e gestito da Tamtando APS grazie a un accordo di collaborazione.
Guidato dalla maestra Luigina Stevenin e affiancato dai percussionisti di Tamtando, il coro unisce voce, ritmo ed emozione, trasformando il canto in uno strumento di riabilitazione, condivisione e rinascita.
Nel repertorio grandi canzoni italiane da Vasco Rossi a Zucchero, passando per De André e Bennato.
AliAli ha già calcato diversi palchi, tra cui Skyway Monte Bianco, e ha conquistato il pubblico anche sui social: il video di “Vivere” è stato condiviso da Vasco Rossi, superando 460.000 visualizzazioni.
Un'esperienza che restituisce voce, appartenenza e visibilità a chi troppo spesso rischia di essere invisibile.
Il valore per il J.B. Festaz e la comunità
L’iniziativa si inserisce pienamente nel programma delle attività educativo-animative della struttura, e rappresenta un momento prezioso per gli ospiti che potranno partecipare o anche solo assistere alle prove in un clima di festa, accoglienza e coinvolgimento. Il progetto ‘La voce che cura’ rafforza il legame tra la struttura e il territorio, e rinnova l’impegno di J.B. Festaz come luogo non solo di cura, ma anche di cultura e apertura.
Ruggero Meneghetti – Presidente J.B. Festaz: “Aprire le porte al Coro AliAli è un gesto che parla di cura, ma anche di comunità. Significa restituire centralità alle relazioni, alla musica come linguaggio che unisce, accoglie e guarisce. È un’iniziativa che porta con sé un forte valore sociale e umano, e che conferma la vocazione di J.B. Festaz come realtà viva, attiva e partecipe nel tessuto sociale del territorio.
Questo progetto si inserisce perfettamente nel quadro politico e organizzativo dell’attuale Amministrazione, che sta tracciando con determinazione un percorso centrato sull’inclusione, sulla valorizzazione della persona e sulla costruzione di reti tra istituzioni, cittadini e realtà del terzo settore.
Crediamo fermamente che la fragilità non sia una barriera, ma un punto di partenza da cui può nascere bellezza, connessione e nuova consapevolezza.”
Lorella Zani – Presidente A.L.I.Ce Valle d’Aosta: “Il Coro AliAli è un progetto che restituisce voce, forza e dignità a chi ha vissuto esperienze traumatiche. È un coro che cura chi canta e commuove chi ascolta. Portarlo dentro al J.B. Festaz significa creare ponti tra generazioni e fragilità diverse, generare empatia e cambiamento. È un’esperienza che ci ricorda che nessuno è solo, e che la voce, insieme, può diventare speranza.”